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Fine stato emergenza. Ricetta dem, prezzo tamponi e mascherine: tra interventi attesi e novità ecco cosa cambia
La cessazione dello Stato di emergenza pone fine di una serie di misure e disposizioni via via formulate per gestire le varie fasi della pandemia e dare risposta a situazioni critiche per la popolazione. Tra queste, ci sono quelle relative alle modalità di trasmissione del numero di ricetta elettronica - su cui è stata già decisa una proroga -, così come gli Accordi sui prezzi calmierati per tamponi, mascherine e FFP2. Quale è la situazione per i farmacisti?
Le disposizioni su ricetta dematerializzata. Le ricadute sui farmacisti
Tra le tante disposizioni la cui durata era legata allo Stato di emergenza ci sono anche quelle riguardanti l'invio della ricetta dematerializzata. Un impianto che, come già detto, è stato in buona parte messo a regime, ma che vede alcune misure - relative alla trasmissione del solo NRE, il numero di ricetta elettronica - non ricomprese all'interno della gestione ordinaria. Sul punto, nei giorni scorsi, si era sollevata la protesta dei medici di medicina generale che temevano un passo indietro, soprattutto rispetto a una fascia di popolazione più fragile e meno avvezza allo strumento informatico. Già ieri, però, dal Ministro della Salute Roberto Speranza ne è stata annunciata la proroga, fino a fine anno, attraverso una Ordinanza della Protezione civile - al momento non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Disposta la proroga su trasmissione NRE. Ecco cosa si prevede
Ma che cosa si prevede? Secondo le bozze circolate e anticipate dalla Fimmg, "fino al 31 dicembre 2022, al momento della generazione della ricetta elettronica da parte del medico prescrittore, l'assistito può chiedere il rilascio del promemoria dematerializzato ovvero l'acquisizione del Numero di Ricetta Elettronica" attraverso i canali alternativi già attivi durante l'emergenza. Nel dettaglio, questi prevedono la "trasmissione del promemoria in allegato a un messaggio di posta elettronica" - modalità prevista anche nella fase a regime -, la "comunicazione telefonica da parte del medico prescrittore del Numero di Ricetta Elettronica", la "comunicazione del Numero di Ricetta Elettronica con SMS o con applicazione per telefonia mobile che consenta lo scambio di messaggi e immagini". In particolare, per quest'ultima modalità è possibile anche inviare "l'immagine del codice a barre dello stesso Numero di Ricetta Elettronica".
Il flusso in farmacia e il recapito al domicilio
Per quanto riguarda, poi, le modalità di utilizzo del promemoria della ricetta elettronica presso le farmacie, "fino al 31 dicembre 2022, l'assistito che ha ricevuto la ricetta elettronica da parte del medico prescrittore con tali modalità può inoltrarne gli estremi alla farmacia prescelta". In aggiunta a quanto previsto nella gestione non emergenziale, "l'assistito individua la farmacia e comunica i dati della ricetta elettronica unitamente al codice fiscale" anche "via posta elettronica, inviando in allegato il promemoria, o inviando il numero di ricetta elettronica"; "via sms o con applicazione per telefonia mobile, inoltrando il messaggio ricevuto dal medico"; via "telefono. Laddove possibile, la farmacia provvede a recapitare i farmaci all'indirizzo indicato dall'assistito in fase di richiesta telematica di erogazione farmaci".
Tamponi, mascherine e FFP2: Accordi legati a stato emergenza
La cessazione dello stato di emergenza (o comunque la data del 31 marzo) costituisce il riferimento temporale anche per gli Accordi sui prezzi calmierati per mascherine e FFP2, nonché per il Protocollo relativo alla esecuzione dei tamponi e per le agevolazioni tra i 12 e i 18 anni e per gli esenti da vaccinazione (con il contributo di parte pubblica). Sul punto, Federfarma nazionale, in una nota di ieri, ha riferito che "proseguono quotidianamente le interlocuzioni con gli enti competenti e in particolare con il Ministero della salute" e si attendono indicazioni. Nella complessità del periodo transitorio, fino a una eventuale entrata in vigore di nuove disposizioni, l'invito alle farmacie è di "mantenere gli attuali termini e condizioni sia per quanto riguarda l'esecuzione dei tamponi sia per la vendita delle mascherine".
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC
Covid. Depressione, ansia disturbi del sonno: ricadute a lungo termine su salute mentale
La maggior parte degli studi fino ad oggi ha esaminato gli impatti negativi sulla salute mentale fino a sei mesi dopo una diagnosi di COVID-19 ma poco si sa sugli impatti a lungo termine oltre quel periodo, in particolare per i pazienti non ospedalizzati con vari gradi di gravità della malattia. Per catturare gli impatti a lungo termine sulla salute mentale, i ricercatori hanno esaminato la prevalenza dei sintomi di depressione, ansia, scarsa qualità del sonno, disagio correlato a COVID-19 tra le persone con e senza una diagnosi di COVID-19 da 0 a 16 mesi.
Maggiore prevalenza di depressione e peggiore qualità del sonno nei pazienti con Covid
L'analisi ha attinto ai dati di sette coorti in Danimarca, Estonia, Islanda, Norvegia, Svezia e Regno Unito. Delle 247.249 persone incluse, a 9.979 è stato diagnosticato il COVID-19 tra febbraio 2020 e agosto 2021. Complessivamente, tali soggetti hanno avuto una maggiore prevalenza di depressione (+18%) e una peggiore qualità del sonno (+13%) rispetto agli individui a cui non è mai stata diagnosticato il Covid. È importante sottolineare che l'analisi rileva che i sintomi di depressione e ansia si sono per lo più attenuati entro due mesi per i pazienti non ospedalizzati con COVID-19.
I pazienti costretti a letto: più probabilità depressione fino a 16 mesi.
I pazienti che sono stati costretti a letto per sette giorni o più avevano maggiori probabilità (50-60%) di manifestare sintomi depressivi fino a 16 mesi dopo la diagnosi rispetto a quelli mai infettati. La maggiore incidenza di depressione e ansia tra i pazienti con COVID-19 che hanno trascorso sette giorni o più a letto potrebbe essere dovuta a una combinazione di preoccupazioni sia per gli effetti sulla salute a lungo termine sia per la persistenza di sintomi fisici.
Più vigilanza clinica e studi di follow-up essenziali per un accesso tempestivo alle cure
L'autrice dello studio, la professoressa Anna Valdimarsdóttir, dell'Università dell'Islanda, conclude: "La ricerca suggerisce che gli effetti sulla salute mentale non sono uguali per tutti i pazienti COVID-19 e che il tempo trascorso a letto è un fattore chiave nel determinare la gravità degli impatti sulla salute mentale. Quando entriamo nel terzo anno della pandemia, una maggiore vigilanza clinica sulla salute mentale tra i pazienti con una malattia acuta grave di COVID-19 e studi di follow-up oltre il primo anno dopo le infezioni sono fondamentali per garantire un accesso tempestivo alle cure"
Paolo Levantino
Farmacista clinico e giornalista scientifico
Fonti
The Lancet Public Health. 14.03.2022. DOI:https://doi.org/10.1016/S2468-2667(22)00042-1
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC