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Antivirali Covid, monitoraggio Aifa: cresce il numero di trattamento a domicilio
Cresce il numero dei pazienti positivi al Covid curati al domicilio con i farmaci antivirali orali molnupiravir e Paxlovid per un totale di oltre 41mila i pazienti. Lo registra l'undicesimo report dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa sul monitoraggio degli antivirali per la terapia di Covid-19: il numero complessivo è trattamenti avviati è41.793, per molnupiravir (Lagevrio) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) risultano 27.447 e quelli per Paxlovid (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer 14.316 di cui 1.104 risultano dispensati nelle farmacie in Distribuzione per conto.
In aumento le prescrizioni di Lagevrio e Paxolovid
I dati sono aggiornati al 17 maggio e si rileva rispetto all'ultimo monitoraggio di 2 settimane fa un aumento dell'11,4% nei trattamenti avviati con Lagevrio e di quasi il 22% per Paxolovid. Anche se, restringendo il campo agli ultimi 7 giorni considerati, per Lagevrio le richieste farmaco sono state in totale 1.225, cioè l'11,3% in meno rispetto ai 7 giorni precedenti. Per Paxlovid si registrano invece 998 nuove prescrizioni settimanali, con un calo ancora maggiore (-20,9%) rispetto ai 7 giorni precedenti. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 282 strutture, Paxlovid in 256. Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall'apertura del monitoraggio è quello del Lazio (3.946), mentre per Paxlovid in cima c'è il Veneto, con 2.026 pazienti trattati. Per quanto riguarda infine l'antivirale remdesivir, le voci sono due: risultano in totale 9.961 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (+10,4% rispetto all'ultimo monitoraggio) e 91.870 pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale (+0,95%), anche se nell'ultima settimana si rileva un calo.
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Riforma sanità territoriale, Consiglio di Stato: ok a modelli e standard del "DM 71", con osservazioni
Il Consiglio di Stato ha reso il proprio parere favorevole, dando il via libera con osservazioni, allo Schema di decreto "Modelli e standard per lo sviluppo dell'Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale", il cosiddetto Dm 71, necessario per l'attuazione della misura PNRR M6 - C1- Riforma Reti di prossimità strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale. In una nota ufficiale del CdS che rende pubblico il parere della Sezione normativa, si sottolinea che il disegno di riforma delinea "un innovativo modello organizzativo dell'assistenza sanitaria territoriale".
Rimodulazione servizi il più possibile prossimi all'utente
Lo Schema di decreto fissa gli standard, qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi, delle strutture dedicate all'assistenza territoriale e al sistema di prevenzione che le Regioni dovranno rispettare e pone le basi, di fatto, della riforma delle cure primarie, segnando gli indirizzi per le risorse del Pnrr. Secondo la Sezione sottolinea che il modello è "antropocentrico" in quanto prevede "la rimodulazione dei servizi e delle prestazioni offerte affinché siano il più possibile prossimi all'utente raggiungendolo fino al suo domicilio" funzionale a "fornire risposte operativamente efficaci alla necessità, sempre più avvertita, di costruire una rete assistenziale territoriale che sia alternativa all'ospedale e che sia accessibile a tutti, contrastando le disparità "di salute" determinate dai livelli di reddito ovvero dall'area geografica di appartenenza e promuovendo un sistema sanitario sostenibile in grado di erogare cure di qualità". La Sezione fa alcune osservazioni tra cui "indicare alle Regioni un cronoprogramma per l'adozione degli standard, almeno riguardo ad alcuni step essenziali, visto che si tratta di materia a legislazione concorrente". "Distinguere più chiaramente - nell'allegato che dispone gli standard e che costituisce il corpus della riforma - tra le "disposizioni aventi natura squisitamente prescrittiva" e quelle con "funzione evidentemente descrittiva". Infine, "essenziale un costante ed effettivo monitoraggio del processo di attuazione della riforma".
Modello organizzativo: Distretto, Casa di comunità, Farmacie
Nell'ambito del "DM 71" entrano in gioco anche "le farmacie convenzionate, ubicate uniformemente sull'intero territorio nazionale, che costituiscono presidi sanitari di prossimità e rappresentano un elemento fondamentale ed integrante del Servizio sanitario nazionale. In particolare, tale rete capillare assicura quotidianamente prestazioni di servizi sanitari a presidio della salute della cittadinanza: in tale ambito vanno inquadrate la dispensazione del farmaco, per i pazienti cronici la possibilità di usufruire di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci, la farmacovigilanza, le attività riservate alle farmacie dalla normativa sulla c.d. "Farmacia dei Servizi" (D. Lgs. 153/2009) e l'assegnazione delle nuove funzioni tra le quali le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali, la somministrazione di test diagnostici a tutela della salute pubblica. Punto di riferimento del sistema è il Distretto, che rappresenta l'accesso a tutti i servizi dell'Asl e assicura una risposta coordinata e continua - in collegamento con tutte le strutture sanitarie - ai bisogni della popolazione. Per far fronte alle differenti esigenze territoriali, garantire equità di accesso, capillarità e prossimità del servizio, è prevista la costituzione di una rete di assistenza territoriale formata secondo il modello hub e spoke. La Casa di comunità è il luogo fisico di riferimento per la comunità su cui insiste, di prossimità in quanto punto di contatto con il sistema di assistenza sanitaria e di risposta a bisogni di salute. Tale setting introduce un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare attraverso un'equipe multiprofessionale territoriale e costituisce la sede privilegiata per la progettazione e l'erogazione di interventi sanitari.
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC