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Uso corretto farmaci e gestione processi di qualità: nuovi orizzonti nell'attività del farmacista
Come tutte le guerre, la pandemia di coronavirus ci ha fatto vivere tante epoche in pochi mesi. Cinque in questo caso: dal risparmio degli anni pre-Covid all'iniezione di liquidità dei decreti-legge Cura-Italia e Rilancio del 2020; quindi, dal recupero delle liste d'attesa dei pazienti non Covid di quest'anno all'afflusso estivo di risorse europee chieste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, infine il ritorno all'austerità. Ma fra le tante novità, come hanno spiegato illustrando il Rapporto Oasi 2021 il coordinatore Francesco Longo ed Alberto Ricci del Cergas dell'Università Bocconi, la pandemia ha cambiato in molte categorie del servizio sanitario la percezione che esse hanno di sé. Al "cambio di pelle" non fanno eccezione i farmacisti.
Misurare l'efficacia dei farmacisti dipendenti Ssn
Se sul territorio la farmacia convenzionata attraverso tamponi e ora vaccinazioni ha ufficializzato la sua capacità di offrire servizi, emersa nel primo picco pandemico là dove gli studi dei medici di famiglia erano forzatamente chiusi, l'evoluzione del farmacista ospedaliero e dei servizi territoriali Asl, altrettanto importante, sembra forse passare più sottotraccia. Per aiutare i farmacisti dipendenti Ssn a misurare le proprie performance e a riposizionarsi nel nuovo sistema, Cergas Bocconi e Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (Sifo) hanno ideato un progetto di ricerca dal titolo "Farmaper" ed istituito un gruppo tecnico misto dedicato a realizzarlo. Sono stati distribuiti due questionari a 70 tra aziende sanitarie ed ospedaliere. Le 25 compilazioni dimostrano come nel farmacista emerga la volontà di ricoprire un ruolo non di semplice dispensatore, gestore, o programmatore della gestione degli stock, ma anche di quality e risk management sull'uso di farmaci e dispositivi medici e di stewardship antimicrobica. In un articolo a firma di Elisabetta Trinchero, associata di Public Management, nonché di Francesca Lecci e Andrea Rotolo, rispettivamente Associata e lecturer di Healthcare management, si spiega come il farmacista dipendente Ssn chieda oggi di poter misurare la propria attività in termini di efficienza, di efficacia e di impatto sul sistema salute. «È evidente - spiegano i tre ricercatori Bocconi - la necessità di un cambio di punto di vista della professione e l'esigenza di modificare la misurazione dei risultati dal mero calcolo economico a quello dei risultati e del valore prodotto».
Funzioni ad alto valore aggiunto
"Il ruolo del farmacista - scrivono gli autori - risulta rilevante e coerente con le competenze rispetto alla partecipazione a commissioni su farmaci e dispositivi medici, con le attività di vigilanza e con attività di farmaco-vigilanza". Accanto a queste, vi sono poi altre funzioni ad alto valore aggiunto presenti in almeno l'85 % delle aziende sanitarie intervistate: nella consulenza legata a "quality & risk management" il farmacista percepisce di aggiungere valore specie nelle attività dirette al paziente e correlate all'appropriatezza d'uso sia dei farmaci sia dei dispositivi medici. Partecipa inoltre a processi di definizione dei budget, di programmazione degli obiettivi e d'impiego risorse a livello aziendale. Ci sono altresì aree in cui il valore aggiunto è elevato ma per le quali le strutture di farmacia Asl sono poco coinvolte, come la formazione sui temi della qualità e della sicurezza nei processi interni della farmacia, che si persegue solo nel 65 % delle Asl del campione. Sono ancora di meno le Asl che coinvolgono il farmacista nella ricognizione farmacologica ai fini della riconciliazione terapeutica e nella vigilanza sui dispositivi. La stewardship antimicrobica, altro grande obiettivo professionale di cui è alto il valore percepito, è svolta oggi nel 65-70% delle aziende. Nella logistica ci sono attività considerate molto professionalizzanti tra cui la gestione delle terapie per le malattie rare e dei farmaci carenti, ed altre (gestione degli ordini di farmaci e dispositivi e del ciclo di magazzino) svolte dai farmacisti in almeno l'85 % delle aziende malgrado siano affidabili ad altri professionisti.
In tutto questo, il Covid ha cambiato qualcosa. Le risposte ai questionari hanno evidenziato la capacità dei farmacisti, in pandemia, nel produrre valore nel rifornimento e nella distribuzione dei dispositivi di protezione individuali, nel fare rete, nel mettere a punto preparazioni galeniche legate ai bisogni dei pazienti Covid-19 e nel supporto ai clinici. Sono invece mancati strumenti e risorse per l'approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici e coinvolgimento nei processi decisionali. "Il personale in molti casi - si legge nell'articolo - non è risultato adeguato in termini numerici a gestire l'incremento della mole di lavoro; è mancata, inoltre, la possibilità di consolidare competenze su sicurezza ed igiene, temi più che mai centrali negli ultimi mesi".
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC
Ccnl farmacisti: nuova classificazione del personale, carriera e sanità integrativa nell'ipotesi di rinnovo
Continua la campagna di informazione sull'ipotesi di contratto nazionale delle farmacie private da parte delle sigle confederali. Riconoscimento del ruolo professionale, possibilità di carriera e sanità integrativa sono alcuni degli aspetti oggetto di approfondimento, ma tra i punti sottolineati ci sono anche alcuni strumenti che possono essere di supporto all'attuazione delle misure previste - tra questi la commissione sulla professionalità - o che pongono le basi per una contrattazione locale integrativa.
La nuova classificazione del personale e la Commissione sulla professionalità
Come si ricorderà, l'ipotesi di contratto nazionale delle farmacie private è stata firmata tra Federfarma e le sigle confederali sedute al tavolo (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs) il 7 settembre, a oltre otto anni dalla scadenza del precedente. Sui contenuti non sono mancate polemiche tra i dipendenti e da parte delle sigle confederali è stata avviata una campagna di informazione, con una serie di strumenti atti ad analizzare i principali aspetti del contratto. Un elemento di rilievo che viene evidenziato, come si legge nelle schede informative rilanciate anche dalla pagina Facebook di Farmacie.blog, il blog di confronto della Cgil dedicato al settore, riguarda la classificazione del personale: "Con il nuovo contratto viene creata una figura professionale, il livello Q2, che si inserisce tra il Q1 - direttore di farmacia - e il Q3 - farmacista con più di 24 mesi di anzianità. Questo significa che si articola in maniera più completa la progressione professionale del farmacista, non più ancorato al ruolo di collaboratore o direttore. Se un farmacista gestisce uno o più servizi all'interno della farmacia verrà riconosciuto il ruolo con il nuovo livello, con una differenziazione economica di 70 euro mensili. Tale incremento deve comunque sommarsi agli ulteriori 30 euro dell'indennità speciale quadri (ISQ), oggi riconosciuta al solo livello Q1". Un elemento di tutela consiste poi nel fatto che "nel testo del contratto è prevista anche una commissione sulle professionalità per aggiornare le classificazioni professionali alla nuova realtà".
Vaccini: compenso per la prestazione suscettibile di integrazioni regionali
Dal punto di vista delle nuove mansioni e della evoluzione professionale, "per la prima volta, in un contratto delle farmacie, viene riconosciuto un compenso per la prestazione professionale", anche se si tratta di una misura "sperimentale, legata all'emergenza sanitaria". L'importo, "non inferiore a due euro lordi per ciascuna vaccinazione effettuata dal farmacista", è "aggiuntivo alla paga oraria" ed "è calcolato sulla base del contributo statale destinato alla farmacia per la singola vaccinazione, pari a 6 euro". Il fatto che nel contratto sia stato indicato un importo minimo ma non sia stato riportato un tetto massimo, ancora di più, rende tale cifra "suscettibile, dove ci siano le condizioni, di miglioramento". Viene rilevato, infatti, che "in alcune Regioni sono state stanziate risorse aggiuntive per le farmacie che hanno aderito al servizio. Questo permetterà di contrattare per migliorare l'importo", anche se "è necessaria partecipazione di tutti, senza la quale nessun contratto vive".
Sanità integrativa: sanzioni per chi omette il versamento
Vi è poi un ulteriore elemento che viene evidenziato: "viene sbloccata una situazione ferma da troppi anni. Dal 1° gennaio 2022 anche i lavoratori delle farmacie avranno diritto a fruire dell'assistenza sanitaria integrativa. I fondi di assistenza sanitaria integrativa garantiscono servizi sanitari gratuiti ai lavoratori iscritti: si tratta di un valore economico e di diritto primario. Il valore dell'assistenza sanitaria è di € 13. Il fondo dovrà essere identificato entro il mese di gennaio del 2022. In caso di ritardo nella sua individuazione, tale cifra sarà versata ai lavoratori, in ogni caso, in modo da "impedire una perdita di valore dell'istituto contrattato. È stata anche definita una sanzione per chi ometterà tali versamenti, una volta istituito il fondo".
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC