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Vaccini Covid e influenza: indicazioni su co-somministrazione. Novità su formazione farmacisti
È possibile programmare la somministrazione del vaccino anti Covid e di quello antinfluenzale nel corso della stessa seduta, laddove vi siano soggetti per i quali la vaccinazione antinfluenzale stagionale eÌ raccomandata e offerta gratuitamente che allo stesso tempo siano eleggibili per la vaccinazione anti-Covid (ciclo primario o dose addizionale e booster). A dirlo è la recente circolare del Ministero della Salute, che rilancia l'indicazione di Aifa. Intanto, per quanto riguarda la possibilità di inoculare il vaccino antinfluenzale nelle farmacie, da Fofi viene fatto un punto anche sul corso di formazione abilitante per i farmacisti.
Ministero: possibile vaccinazione in contemporanea di anti-covid e anti-flu
"In considerazione dell'avvicinarsi della campagna di vaccinazione anti-influenzale" si legge sulla circolare di sabato del Ministero della Salute, "eÌ possibile che alcune categorie di soggetti per le quali la vaccinazione antinfluenzale stagionale eÌ raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente siano allo stesso tempo eleggibili per la vaccinazione anti-Covid". In particolare, per fare alcuni esempi, si può trattare dei "gruppi target della dose addizionale o booster", così come di "persone over 60 non ancora vaccinate". Per costoro "sarà possibile programmare la somministrazione dei due vaccini, nel rispetto delle norme di buona pratica vaccinale, nella medesima seduta vaccinale", ma a una condizione: "fermo restando che una eventuale mancanza di disponibilità di uno dei due vaccini non venga utilizzata come motivo per procrastinare la somministrazione dell'altro". Questa prassi viene approvata "sebbene nelle schede tecniche dei vaccini anti-Covid autorizzati da Ema non siano presenti, a oggi, indicazioni relative alla loro somministrazione concomitante con altri vaccini", ma tenendo "conto delle attuali indicazioni espresse dalle principali autorità di SanitaÌ Pubblica internazionali e dei dati preliminari sulla co-somministrazione di vaccini anti-Covid e antinfluenzali".
Co-somministrazione anche con altri vaccini
Dal Ministero, inoltre, viene confermata la possibilità di "effettuare la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo), di un vaccino anti-Covid utilizzato in Italia e di un altro vaccino del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale". Unica "eccezione sono i vaccini vivi attenuati, per i quali può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti Covid".
Anti-flu in farmacia: corso abilitante (obbligatorio) in via di predisposizione
Intanto, sempre in tema di vaccini anti influenzali, dalla Fofi è stata analizzata, in una recente circolare, la possibilità "per le farmacie di concorrere alla campagna vaccinale antinfluenzale 2021/2022", con la somministrazione a soggetti maggiorenni, "introdotta in sede di conversione del D.L. 105/2021 (art. 5, comma 4-bis, D.L. 105/2021 convertito in L. 126/2021)". In sostanza, spiega il documento, "il farmacista, debitamente formato, viene abilitato alla somministrazione in farmacia del vaccino antinfluenzale, per la stagione in corso, sia con oneri a carico del SSN, nei confronti dei soggetti aventi diritto alla vaccinazione, sia con oneri a carico del cittadino, per coloro che, pur non rientrando nell'offerta vaccinale gratuita, vogliano comunque ricorrere, a proprio carico, alla vaccinazione". "Procedure e condizioni", così come la "remunerazione del servizio - che sarà a valere sulle risorse del fabbisogno sanitario nazionale standard - saranno stabiliti dal Protocollo di intesa", su cui si è in fase di ultimazione. Con il "protocollo d'intesa sono disciplinate poi le procedure di registrazione delle somministrazioni eseguite presso le farmacie per l'alimentazione dell'Anagrafe nazionale vaccini, anche per consentire il monitoraggio del servizio erogato ai fini della remunerazione dello stesso". Ma, chiarisce Fofi, fugando i dubbi che erano circolati anche sui Social, la partecipazione dei farmacisti nelle farmacie avverrà "a seguito del superamento di uno specifico corso organizzato dall'Istituto superiore di sanitaÌ". E proprio in merito al corso relativo al vaccino antinfluenzale viene precisato che "è in via di predisposizione".
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC
Test salivari molecolari vs rapidi, dal Ministero nuove indicazioni. I limiti per il Green Pass
I test antigenici rapidi su saliva non sono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei, in quanto non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità, e sono al momento esclusi dall'elenco comune europeo di quelli validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19. Mentre, per quanto riguarda i salivari molecolari, che, a seguito del cosiddetto Decreto Green Pass, possono valere per il rilascio della Carta Verde, presentano tempistiche più elevate di processamento dei campioni in laboratorio e pertanto sono considerati come una opzione alternativa solo per determinate condizioni. A dirlo la circolare del Ministero della Salute di oggi, che cerca di fare ordine sulla tematica.
Tamponi salivari molecolari vs rapidi: le indicazioni del Ministero
Sui test salivari si sono registrate recentemente alcune modifiche nello scenario di riferimento, a partire dalle indicazioni contenute nel cosiddetto Decreto Green Pass, convertito in legge, con l'apertura, solo per i molecolari, all'utilizzo per il rilascio della Certificazione verde. Con la circolare di oggi il Dicastero cerca di fare chiarezza sulla disciplina, ribadendo, in primo luogo, "che è il test molecolare su campione respiratorio nasofaringeo e orofaringeo a restare, tuttora, il gold standard internazionale per la diagnosi di COVID-19 in termini di sensibilità e specificità". Mentre, per quanto riguarda i test salivari, viene tracciata una linea di demarcazione netta tra quelli molecolari, processati cioè in laboratorio, e quelli antigenici rapidi. In particolare, in merito a quelli molecolari, "recenti evidenze scientifiche hanno individuato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93%. Alcuni studi condotti in ambito scolastico, poi, hanno riportato una elevata concordanza tra i risultati ottenuti con test molecolare salivare e con test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo". Ma, per il Dicastero, c'è un dato importante di cui tenere conto: "l'impiego dei test salivari molecolari richiede un numero più elevato di passaggi che comportano tempistiche più lunghe per il processamento dei campioni", con il rischio di creare "il sovraccarico dei laboratori di microbiologia regionali, che in aggiunta alle attività ordinarie verranno impiegati nel monitoraggio della circolazione del Covid-19 in ambito scolastico". Proprio per evitare tale situazione e per "assicurare risorse per garantire l'efficacia e la sostenibilità di tale attività di sanitaÌ pubblica, nonché far conto su evidenze più robuste circa le caratteristiche dei test eseguiti su tali matrici, i test molecolari su campione salivare, almeno in una prima fase di avviamento, potranno essere considerati un'opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei" solo a determinate condizioni.
Test salivare molecolare solo per fragili e in determinati contesti
In particolare le categorie e i contesti indicati sono:
- individui (sintomatici o asintomatici) fragili con scarsa capacitaÌ di collaborazione (per esempio anziani in RSA, disabili, persone con disturbi dello spettro autistico);
- nell'ambito di attività di screening in bambini coinvolti nel Piano di Monitoraggio della circolazione del Covid-19 in ambito scolastico;
- per lo screening dei contatti di caso in bambini, anche se la scuola non fa parte del Piano di Monitoraggio;
- in operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo.
Per altro, sottolinea il documento, "le modalità di raccolta e la qualità della saliva possono condizionare notevolmente la sensibilità del test. Visto che la corretta raccolta del campione salivare rappresenta un passaggio cruciale, si raccomanda pertanto l'attenta osservanza delle indicazioni fornite dai produttori del dispositivo di raccolta utilizzato". Laddove venga utilizzato, "in caso di positività del test salivare molecolare non sarà necessario effettuare un test di conferma su campione nasofaringeo/orofaringeo".
Test salivari rapidi e limiti per il green pass
Diversa la situazione dei test salivari antigenici rapidi, che riguardano più da vicino le farmacie. Questi, "sulla base delle evidenze disponibili, non sono al momento raccomandati come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei, in quanto non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità. Inoltre, i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall'elenco comune europeo dei test antigenici rapidi validi per ottenere la Certificazione verde COVID-19. Stanno emergendo alcune evidenze scientifiche riguardo al possibile impiego di test antigenici salivari basati su misurazione con strumenti di laboratorio, che tuttavia sono ancora in corso di valutazione per le applicazioni summenzionate".
Focus sugli screening nelle scuole
Un focus a parte viene infine riservato all'impiego del test salivare molecolare nell'ambito del monitoraggio scolastico: "tenuto conto della facilitaÌ della raccolta del campione e dei vantaggi derivanti dalla minimizzazione dell'intervento di personale sanitario, la raccolta del campione salivare, nell'ambito del piano di monitoraggio scolastico della circolazione del Covid-19, potrà essere effettuata anche con modalità di auto-prelievo a domicilio da parte dei genitori/tutori (se previsto auto-prelievo dal fabbricante e in coerenza con la normativa sui dispositivi medici e le disposizioni regionali), seguendo un preventivo iter formativo per il conseguimento della necessaria confidenza con i dispositivi di raccolta".
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC