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Tamponi e self test, dallo scontrino alla detrazione, la gestione fiscale
Sono tanti i provvedimenti delle ultime settimane che hanno modificato la disciplina relativa ai tamponi, con un ruolo sempre più importante delle farmacie. Con l'ultimo Consiglio dei ministri, poi, sono state annunciate novità anche in relazione all'utilizzo e allo status del self test - misura non ancora in Gazzetta Ufficiale e di cui occorrerà valutare le ricadute. Ma quali impatti ci sono dal quadro attuale sulle incombenze per i farmacisti? Cosa è cambiato soprattutto in relazione alla gestione amministrativa e fiscale? A dare qualche indicazione Stefano De Carli, commercialista dello Studio Luce di Modena.
Nuovo status di tampone e self test avrà ricadute su lavoro in farmacia
«I provvedimenti a livello nazionale che hanno consentito anche alle farmacie di aprire e chiudere il periodo di malattia da Covid, la recente deliberazione della Regione Emilia-Romagna di dare validità certificativa, a determinati soggetti, anche ai test eseguiti in modalità fai-da-te», le ultime decisioni del Consiglio dei Ministri, anticipate tramite conferenza stampa ma, al momento, non ancora in Gazzetta ufficiale, «comporteranno un ulteriore aumento di lavoro e degli impegni dei titolari» ha spiegato Stefano De Carli, e questo varrà «anche per quegli esercizi che non eseguono tamponi». In riferimento a quello che è il quadro attuale, se si prendono in considerazione le ricadute da un punto di vista operativo, sono diverse e riguardano in particolare gli «adempimenti certificativi, ma anche quelli fiscali e amministrativi».
Esecuzione di tamponi: gestione amministrativa e fiscale
Un primo ambito concerne l'esecuzione dei tamponi in farmacia: sul punto «è nostra convinzione che l'operazione sia configurabile come prestazione di servizi, che, dovrà essere documentata o con l'emissione del documento commerciale (ex scontrino), che è di gran lunga la soluzione preferibile, o con fattura, se richiesta dal cliente». Nel dettaglio, lo «scontrino dovrà essere battuto nel comparto dei servizi esenti, venendo così memorizzato e trasmesso all'Agenzia delle Entrate con il codice natura N4. Per evitare conseguenze potenzialmente negative dovute all'eventuale incidenza del "pro-rata di indetraibilità" consigliamo alle farmacie di configurare sul proprio gestionale una specifica casistica (tutte le principali software-house lo permettono) da utilizzare a ogni tampone scontrinato». Va rilevato comunque che «non è stato previsto dall'amministrazione finanziaria un codice specifico che individui le operazioni ad aliquota IVA zero, come quelle dei test Covid, in modo separato da quelle in vera esenzione». Nel caso invece «venisse richiesta la fattura, occorre emetterla ad aliquota zero con la descrizione della prestazione eseguita e riportando la dicitura "IVA esente articolo 1 comma 452 Legge 178/2020"». In merito alla detraibilità, continua De Carli, «il costo sostenuto dal cittadino è detraibile come spesa sanitaria; trattandosi di prestazioni di servizi, la normativa impone il pagamento con strumenti tracciabili, anche se la risposta n. 158 ad un interpello resa in data 5 marzo 2021 dall'Agenzia delle Entrate permette di estendere anche alle prestazioni di servizi eseguiti in farmacia la possibilità del pagamento in contanti».
Self test: scontrino, modalità di pagamento e detraibilità
Altra modalità di gestione è quella relativa alla vendita di Self test: in questo caso, «l'operazione è configurabile come cessione di beni per cui andrà scontrinata nel reparto ordinario come dispositivi medici. Nel caso venisse richiesta la fattura occorre emetterla ad aliquota zero con la descrizione di quanto erogato e la dicitura relativa all'Iva esente. Il costo sostenuto dal cittadino è detraibile come spesa sanitaria; trattandosi di dispositivi medici, ai fini della detrazione, è sufficiente il pagamento in contanti».
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- Scritto da Ordine Farmacisti MC
Otc e Sop, mercato automedicazione in ripresa. I risultati del 2021
Il trend delle vendite dei farmaci senza obbligo di prescrizione è in recupero e dopo un 2020 fortemente negativo, effetto delle misure anti-Covid e di un'incidenza quasi azzerata dei virus influenzali e simil-influenzali, il 2021 ha registrato segni di ripresa anche se, a fine anno, le vendite risultano ancora sotto i livelli del 2019. Le confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione dispensate nel 2021 sono state pari a poco più di 245 milioni, in linea con il 2020 (0,0%), mentre i fatturati, poco meno di 2,4 miliardi euro, crescono moderatamente del 3,3%. A diffondere i dati è Assosalute, l'Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica
Le dinamiche del mercato: l'analisi
Anche per il 2021, l'andamento del settore dei medicinali senza obbligo di ricetta è legato a fattori esogeni. Tra essi una maggiore circolazione dei virus influenzali e simil-influenzali soprattutto a fine 2021. L'istituto superiore di sanità (iss), tramite la sorveglianza epidemiologica della rete influnet, ha evidenziato, infatti, come l'incidenza di questi virus sia stata maggiore rispetto allo scorso anno (e superiore alla cosiddetta soglia basale già dalla 43esima settimana del 2021), sebbene resti ancora ancora sporadica se confrontata col periodo pre-pandemico: l'utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale, l'igiene delle mani e, in generale, il cambiamento delle abitudini di vita (maggiore ricorso allo smartworking e minore utilizzo dei mezzi pubblici, ad esempio), hanno contribuito alla diminuita circolazione dei virus tipici della stagione fredda.
Tuttavia, una maggiore diffusione di infezioni respiratorie da Sars-Cov-2, proprio nel mese di dicembre 2021, ha dato impulso a un maggiore ricorso ai farmaci da banco, soprattutto quelli per la cura delle affezioni dell'apparato respiratorio. Questi medicinali - che rappresentano la prima categoria terapeutica del mercato non prescription, con una quota del 32,8% a volumi e del 27% a valori - pur perdendo, rispetto al 2020, ancora il 2,6% in termini di confezioni, hanno recuperato, in parte, la pesante contrazione del 2020. Tale recupero è ascrivibile a diversi fattori concomitanti: l'elevato numero di cittadini vaccinati ha consentito una parziale riduzione delle misure di contenimento della pandemia e ha favorito una maggiore (per quanto lieve) diffusione dei virus respiratori stagionali e della variante omicron del virus Sars-Cov-2, che si presenta con una sintomatologia di minore gravità nei soggetti vaccinati rispetto ai non-vaccinati. A questi elementi si aggiunge che, durante tutto l'anno, il ricorso ai farmaci contro le affezioni dell'apparato respiratorio ha supportato molti italiani nella gestione dei sintomi post-vaccino anti-covid-19.
Andamento tornato in linea con il trend storico del settore
I dati 2021 evidenziano, quindi, ancora una volta, come, sul breve periodo, il ricorso ai medicinali senza obbligo di ricetta sia determinato dalla maggiore o minore incidenza di disturbi lievi e condizionato da fattori contingenti, mentre sul lungo periodo il comparto stenta a crescere: dal 2010 al 2021 la spesa resta al palo (-0,3% in media) mentre l'erosione dei volumi si attesta al -3,0% medio annuo. "I dati del 2021 mostrano come il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione sia tornato a mostrare un andamento in linea con il trend storico del settore, caratterizzato da una tenuta dei fatturati e da un ricorso legato alla stagionalità - commenta Salvatore Butti, presidente di Federchimica Assosalute. - Soprattutto in questi anni di chiusure e di pandemia, i farmaci di automedicazione sono stati in grado di dare risposte terapeutiche efficaci per la risoluzione dei più comuni e diffusi piccoli disturbi, rappresentando, al contempo, un importante strumento per la gestione dei sintomi lievi legati, in questo inedito periodo storico, a forme non gravi di Sars-Cov-2 e dei piccoli malesseri post-vaccino. E questo - conclude Butti -conferma quanto il comparto sia pronto a sostenere, anche nell'emergenza sanitaria, la salute dei cittadini, e a collaborare attivamente con i farmacisti, i medici e le istituzioni per il miglioramento dell'offerta terapeutica e della governance del servizio sanitario nazionale, in linea con le esigenze di salute della collettività".
Otc e Sop: farmacie, parafarmacie, corner Gdo, e-commerce
Guardando alle vendite delle due categorie in cui è suddivisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali i medicinali di automedicazione o Otc (over the counter) - che rappresentano il 75% del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione, per un giro d'affari di quasi 1,8 miliardi di euro e volumi venduti per oltre 185 milioni di confezioni - e i Sop (behind the counter), si osservano trend in parte differenti. Infatti, se entrambe le specialità medicinali chiudono il 2021 con un incremento dei fatturati (+2,8% per gli Otc e +4,9% per i Sop), i volumi sono in leggera contrazione per gli Otc (-0,5%) e in aumento, seppur di misura, per i Sop (+1,5%). Rimangono stabili le dinamiche competitive tra i diversi canali di vendita, farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata (gdo). La farmacia continua a detenere una quota di mercato di poco inferiore al 90% a volumi e superiore al 91% a valori.
In crescita l'e-commerce, spinto dalla pandemia e dalle restrizioni, per quanto in netto rallentamento rispetto ai trend a tre cifre registrati nel 2020. Infatti, nel 2021 le vendite on line di medicinali senza obbligo di ricetta - 6,4 milioni di confezioni e un giro di affari di quasi 45 milioni di euro - fanno registrare un incremento del +10,4% a volumi e del +8,3% a valori. Si conferma, quindi, come, rispetto ad altri settori, anche in ambito salute e benessere, il ricorso a internet per l'acquisto di medicinali non prescription, resti ancora un fenomeno marginale, rappresentando meno del 2% del fatturato del settore.
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